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Chronic disease

L’autoefficacia è la credenza che ogni individuo ha circa la propria capacità di produrre risultati.
Ha a che fare con l’autostima, la consapevolezza, la conoscenza di sé. È tutte queste cose messe assieme, ma anche qualcosa in più. È la capacità di conoscere a fondo i propri punti di forza, le proprie debolezze e con queste avere uno stile di vita proattivo, funzionale sul lavoro, positivo nella vita privata, efficiente nel raggiungere i propri obiettivi.
È una componente importante per una personalità e un’attitudine socialmente rilevante. L’autoefficacia non è una dote innata, ma è piuttosto il risultato, comunque temporaneo, di un processo di crescita dell’individuo.

La malattia cronica obbliga a una presa di coscienza del sé diversa e mina la possibilità di essere autoefficaci.

L’accettazione di una nuova condizione di salute può non essere facile. Il primo passo fondamentale da compiere è comprendere che essere portatori di uno stato di patologia non significa essere malati. Significa “semplicemente” avere un nuovo e diverso stato di salute. È il primo passo, ma anche il meno comprensibile, il meno attuabile e il più ostico da compiere. Spesso la persona non è nemmeno in grado di effettuare questo passaggio concettuale e rimane, purtroppo, imprigionata in una condizione di disabilità.
Successivamente diventa importante acquisire una nuova consapevolezza per quanto riguarda la propria personalità, il proprio atteggiamento verso la malattia, i propri bisogni, le proprie difficoltà e paure e la necessità di assumere un ruolo attivo nell’autogestione del proprio stato di salute.

Elemento cardine di questo percorso alla riscoperta di una nuova condizione di autoefficacia, è l’essere in grado di mettere in relazione il presente con un passato in cui riconoscersi e un futuro in cui proiettarsi al fine di realizzare un cambiamento.
Questi passaggi si rendono fondamentali perché un malato cronico diventa contemporaneamente e progressivamente l’unico terapeuta nella propria condizione di salute.
È necessario perciò conoscere a fondo la malattia e le sue implicazioni per poter sviluppare le capacità pratiche necessarie per gestirla e poter così assumere un ruolo attivo nei confronti della patologia e delle conseguenti scelte terapeutiche.

È importante, per un portatore di malattia cronica, non essere succube della stessa, non subirla, ma esserne protagonista attivo. Per fare ciò bisogna essere in grado di sentirsi responsabili (che è diverso dall’essere colpevoli) della propria condizione, fino ad averne una completa padronanza e arrivare ad essere così padroni della propria patologia.

Possedere nel senso di dominare.

Ed essere disponibili ad effettuare dei cambiamenti che permettano alla malattia di inserirsi in tutti gli aspetti della propria vita senza arrecare effetti negativi.

Solo se l’individuo sarà disponibile a effettuare dei cambiamenti e a integrare la patologia nel proprio stile di vita, sarà in grado di costruirsi un nuovo futuro, un futuro che sia accettabile ed efficace.
Ricostruire la capacità di auto efficacia infatti è la chiave per la corretta interpretazione e la definitiva padronanza della patologia cronica.

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