Un logo rappresenta l’identità di un’azienda, dev’essere emblematico della sua mission e dei pilastri che la contraddistinguono. Non è facile idearlo e crearlo. Perfezionarlo è un processo lungo, ma necessario, perché un logo non si cambia.
Dev’essere un colpo d’occhio, un semplice, piccolo segno che ti identifica immediatamente. Lo vedi e… tàc! Ti viene in mente, senza nemmeno pensarci, che “sono loro”. Si pensi alle scarpe: una “virgola”, “quattro strisce”, piccolezze, banalità, che tali non sono proprio.
La mamma del logo ManualMente è Silvia Peluffo, una designer che è riuscita a raggiungere perfettamente l’obiettivo partendo da un’idea di base.
Nella nostra mente volevamo trovare un simbolo che racchiudesse ciò che è la Fisioterapia per noi: attività assolutamente manuale, ma in cui non si può fare a meno del ragionamento. ManualMente. Questo abbiamo chiesto a Silvia di realizzare. E così è nato il nostro logo: una semplice “manina”, ma che insieme è anche movimento, luce, mente, sole e cervello.
E questo è lo “schizzo” che vedete in giro da oltre cinque anni:
Peccato che nel mare, ma in questo caso dovremmo dire marasma, della fisioterapia in Italia, succeda anche che i loghi vengano rubati, o per lo meno che qualcuno provi a farlo. Come già successo anche nel recente passato, non permetteremo che il nostro venga copiato, mistificato o sfruttato.
Significa così tanto, perché non è solo il “nostro” logo.
Non ci basta che lo dica la legge, poiché registrato. È il logo, prima di tutto, di Silvia. Una giovane imprenditrice di se stessa, apprezzata e contesa professionista. Grande donna e moglie, ma ancor più mamma strepitosa di due meravigliose creature. Una ragazza sportiva della vita, pallavolista non solo sul campo. Grinta, determinazione, convinzione e lealtà, ma anche rispetto, disponibilità, dedizione, inclinazione al sacrificio e voglia di vincere. Ha sempre dimostrato questo, con e contro tutto, se necessario.
Negli ultimi due anni l’ha dovuto mostrare per lottare contro la malattia che se l’è presa. Sino all’ultimo giorno, meno di un anno fa, l’unica a non mollare è stata lei, come sempre, dicendo “io vinco!”. È stata capace di metterci davanti sempre e solo un quadro di vita.
Di solito, di queste persone, si dice abbiano lasciato un vuoto immenso. Silvia non ha lasciato un vuoto immenso. Silvia c’è.
C’è in tante cose di ogni giorno (le partite di volley, le grigliate tra amici, gli occhi di sua figlia), ma c’è anche nella quotidianità di ManualMente e ci piace pensare che tra i tanti significati della nostra manina, da qualche mese ce ne sia uno in più: il suo “high five”, qui non si molla.
Non potevamo iniziare a parlare di nient’altro senza prima parlare di lei.
Grazie Simone per averci raccontato tutto questo …… è sicuramente una spinta ad andare avanti con la bellezza di chi ci è stato, e ci è ancora vicino, nella vita ….. avanti sempre!!!